Frattura di Pott
La frattura di Pott, nota anche come sindrome di Pott I e frattura di Dupuytren, è un termine arcaico applicato vagamente a una varietà di fratture bimalleolari della caviglia. La lesione è causata da una rotazione esterna di abduzione combinata da una forza di eversione. Questa azione tende il robusto legamento mediale (deltoide) della caviglia, spesso strappando il malleolo mediale a causa del suo forte attaccamento. L’astragalo si muove poi lateralmente, tagliando il malleolo laterale o, più comunemente, rompendo il perone superiore alla sindesmosi tibiofibolare. Se la tibia viene portata anteriormente, anche il margine posteriore dell’estremità distale della tibia viene tagliato dall’astragalo. Un perone fratturato oltre a staccare il malleolo mediale strapperà la sindesmosi tibiofibolare. La frattura combinata del malleolo mediale, del malleolo laterale e del margine posteriore dell’estremità distale della tibia è nota come “frattura trimalleolare”.
Un esempio di frattura di Pott sarebbe in un infortunio sportivo. Il giocatore riceve un colpo all’esterno della caviglia, facendo rotolare la caviglia verso l’interno (in modo che la pianta del piede sia rivolta lateralmente). Questo danneggia i legamenti all’interno della caviglia e frattura il perone nel punto di contatto (di solito appena sopra la sindesmosi tibiofibolare). Un modo migliore per visualizzarlo sono le due lancette di un orologio, con una mano rivolta a 12 e l’altra rivolta a 6. La linea verticale che formano rappresenta la fibula della gamba destra della persona. La forza laterale si avvicina da ore 3, mandando la mano inferiore a scattare verso l’esterno per puntare a ore 5.
Le fratture bimalleolari hanno meno probabilità di provocare artrite rispetto alle fratture trimalleolari.