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Juan Ramón Jiménez

Juan Ramón Jiménez, nato nel dic. 24, 1881, Moguer, Spagna—morto il 29 maggio 1958, San Juan, P. R.), poeta spagnolo insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1956.

Dopo aver studiato brevemente all’Università di Salamanca, Jiménez andò a Madrid (1900) su invito del poeta Rubén Darío. I suoi primi due volumi di poesia, Almas de violeta (“Anime di viola”) e Ninfeas (“Ninfee”), uscirono nello stesso anno. I due libri, stampati rispettivamente in viola e verde, imbarazzarono così Jiménez nei suoi ultimi anni dal loro sentimento eccessivo che distrusse ogni copia che riuscì a trovare. Uomo di costituzione fragile, lasciò Madrid per motivi di salute. I suoi volumi pubblicati di quel periodo, tra cui Pastorales (1911), Jardines lejanos (1905; “Giardini lontani”), e Elegías puras (1908; “Elegie pure”), riflettono chiaramente l’influenza di Darío, con la loro enfasi sull’individualità e la soggettività espressa in versi liberi.

Jiménez tornò a Madrid nel 1912 e, per i successivi quattro anni, visse alla Residencia de Estudiantes e lavorò come redattore dei periodici di quell’istituzione educativa. Nel 1916 si recò a New York, dove sposò Zenobia Camprubí Aymar, la traduttrice spagnola del poeta indù Rabindranath Tagore. Poco dopo il suo ritorno in Spagna, pubblicò Diario de un poeta recién casado (1917;” Diario di un poeta recentemente sposato”), che fu pubblicato nel 1948 con il titolo Diario de un poeta y mar (“Diario di un poeta e del mare”). Questo volume segna il suo passaggio a quella che egli chiama “la poesía desnuda” (“poesia nuda”), un tentativo di spogliare la sua poesia di ogni materia estranea e di produrla in versi liberi, senza metri formali, di natura più pura. Durante la guerra civile spagnola (1936-39), si alleò con le forze repubblicane, finché non si esiliò volontariamente a Porto Rico, dove trascorse la maggior parte del resto della sua vita.

Sebbene fosse principalmente un poeta, Jiménez raggiunse la popolarità negli Stati Uniti con la traduzione della sua opera in prosa Platero y yo (1917; Platero ed io), la storia di un uomo e del suo asino. Ha anche collaborato con la moglie nella traduzione del drammaturgo irlandese John Millington Synge Riders to the Sea (1920). La sua produzione poetica durante la sua vita è stata immensa. Tra le sue opere più note sono Sonetos espirituales 1914-1915 (1916; “Sonetti spirituali, 1914-15”), Piedra y cielo (1919; “Pietre e cielo”), Poesía, en verso, 1917-1923 (1923), Poesía en prosa y verso (1932; “Poesia in prosa e verso”), Voces de mi copla (1945; “Voci e Animal de fondo (1947;” Animal at Bottom”). Una raccolta di 300 poesie (1903-53) in traduzione inglese di Eloise Roach fu pubblicata nel 1962.

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