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June Jordan

June Jordan, nome sposato June Meyer, (nato il 9 luglio 1936, New York, New York, Stati Uniti—morto il 14 giugno 2002, Berkeley, California), autore afroamericano che ha indagato sia le preoccupazioni sociali che personali attraverso poesie, saggi e drammi.

Jordan è cresciuto a New York City borough di Brooklyn e ha frequentato il Barnard College (1953-55, 1956-57) e l’Università di Chicago (1955-56). A partire dal 1967, ha insegnato inglese e letteratura; in seguito ha insegnato studi afroamericani presso l’Università della California, Berkeley. Ha combattuto per l’inclusione degli studi neri e degli studi del Terzo Mondo nei programmi universitari e ha sostenuto l’accettazione dell’inglese nero. Con l’architetto R. Buckminster Fuller ha creato un piano per la riprogettazione architettonica di Harlem a New York City. La sua prima raccolta di poesie, Who Look at Me, apparve nel 1969; tra le sue successive raccolte di poesie c’erano Things That I Do in the Dark (1977), Living Room (1985), Naming Our Destiny (1989), Haruko/Love Poetry (1993) e Kissing God Goodbye: Poems 1991-1996 (1997).

Nel 1970 Jordan ha scritto libri per bambini e giovani adulti, tra cui il romanzo His Own Where (1971) e la biografia Fannie Lou Hamer (1972). Come giornalista e poeta, Jordan ha scritto sul femminismo, la libertà di scelta, e la lotta contro il razzismo. I suoi saggi sono raccolti nei libri Civil Wars (1981), On Call (1985), Technical Difficulties: African-American Notes on the State of the Union (1992) e June Jordan’s Poetry for the People: A Revolutionary Blueprint (1995). Nel 1980 la sua commedia The Issue (diretta da Ntozake Shange) e il musical Bang Bang Uber Alles, per il quale ha scritto il libretto, sono stati eseguiti. In seguito ha scritto i testi e il libretto di I Was Looking at the Ceiling and Then I Saw the Sky (1995). L’autobiografia di Jordan, Soldier: A Poet’s Childhood, è stata pubblicata nel 2000.