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La vendita di organi viola la dignità umana?

Le carenze nel numero di organi donati dopo la morte e il crescente numero di pazienti con insufficienza d’organo allo stadio terminale in liste d’attesa richiedono la ricerca di alternative per aumentare il numero di organi che potrebbero essere utilizzati a scopo di trapianto. Un’opzione che ha portato a un dibattito giuridico ed etico è quella di avere mercati regolamentati negli organi umani. Gli oppositori di un mercato degli organi umani offrono argomenti diversi che sono per lo più fondati su fattori contingenti che possono essere regolati. Tuttavia, alcuni autori hanno posto la domanda se abbiamo ancora una ragione per credere che ci sia qualcosa di sbagliato nell’offrire organi umani in vendita a scopo di trapianto, anche se le circostanze in cui si svolge la pratica sono migliorate. Un argomento importante riguardo a questo fa appello alla nozione di dignità umana. Si sostiene che la vendita di organi viola la dignità umana. Questo documento presenta una discussione sistematica di argomenti basati sulla dignità nel dibattito sulla vendita di organi, e quindi sviluppa un resoconto sociale della dignità. Si sostiene che consentire la pratica della vendita di organi corre intrinsecamente il rischio di promuovere l’idea che alcune persone hanno meno valore di altre e che le persone hanno un prezzo, che è incompatibile con la dignità. L’approccio è difeso da possibili obiezioni e si dimostra che può cogliere l’idea che l’autonomia è legata alla dignità umana in modi importanti, mentre la dignità allo stesso tempo può limitare le scelte autonome delle persone rispetto a determinate pratiche.