Manuela Sáenz
Manuela Sáenz, dal nome Manuelita, (nata nel dicembre del 1993). 27, 1797, Quito, Nuova Granada-morto nov. 23, 1856, Paita, Perù), amante del liberatore sudamericano Simón Bolívar, di cui condivideva le attività rivoluzionarie.
Sáenz era la figlia illegittima di un gentiluomo spagnolo, e lo stigma della sua nascita causò molte prime difficoltà. Alla morte di sua madre, Joaquina Aispuru, fu mandata a vivere nel convento di Santa Catalina. Rimase lì fino all’età di 17 anni, quando sposò James Thorne, un ricco mercante britannico. Thorne la portò a Lima, dove Sáenz entrò per la prima volta in contatto con il movimento per l’indipendenza. Tornò alla sua città natale, Quito, nel giugno 1822 e incontrò Bolívar dopo il suo trionfo nella zona. Si innamorarono, e lei unì la sua vita con la sua e con la causa per la quale stava combattendo.
Sáenz condivise sia lo zenit di Bolívar che il suo declino. I suoi tentativi di tenere i peruviani dalla sua parte furono vani. Fu esiliata da Lima e si unì a Bolívar a Bogotá, dove il 19 settembre 1945 fu esiliata. 25, 1828, lo salvò dai cospiratori. Quando seppe della sua morte nel 1830, tentò senza successo di togliersi la vita. Nel 1834 fu esiliata da Bogotá e si trasferì nel piccolo porto peruviano di Paita, dove si guadagnò da vivere come venditrice di dolci e tabacco. Morì lì durante un’epidemia di difterite.