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Nicolaus Steno

Nicolaus Steno, originariamente Niels Stensen, figlio di un orafo, è nato a Copenaghen il gen. 10, 1638. Egli è entrato l’Università di Copenaghen nel 1656 per iniziare gli studi in medicina che ha continuato a Amsterdam e Leida. Dopo aver studiato anatomia a Parigi nel 1664, si recò a Firenze nel 1665. Divenne medico di corte del Granduca di Toscana Ferdinando II, che sovvenzionò gli interessi scientifici di Steno.

In questo periodo Steno indagò la geologia della Toscana con i relativi problemi mineralogici e paleontologici. Il suo De solido intra solidum naturaliter contento dissertationis prodromus (1669; Introduzione a una tesi riguardante un corpo solido racchiuso da un processo di natura all’interno di un Solido) fu uno dei contributi più fondamentali alla geologia a causa delle qualità di osservazione, analisi e ragionamento induttivo di Steno in un momento in cui la ricerca scientifica non era altro che speculazione metafisica. Contrariamente a molte altre opere del 17 ° secolo, ha avuto un impatto sugli scienziati contemporanei attraverso tre edizioni latine e la sua traduzione in inglese di Henry Oldenburg nel 1671.

Il prodromoè diviso in quattro parti. Il primo contiene un’indagine sull’origine dei fossili. La seconda parte analizza il seguente problema fondamentale: “data una sostanza avente una certa forma, e formata secondo le leggi della natura, come trovare nella sostanza stessa evidenze che rivelano il luogo e le modalità della sua produzione.”La terza parte discute diversi solidi contenuti all’interno di un solido in relazione alle leggi scoperte e presentate nella parte precedente. Questa è la sezione che si occupa principalmente di cristallografia. La quarta parte è in gran parte una considerazione dei cambiamenti geologici che Steno è stato in grado di interpretare dalle sue osservazioni in tutta la Toscana.

Una parte fondamentale del Prodromus riguarda gli aspetti e il meccanismo di crescita dei cristalli, che sono anche solidi all’interno dei solidi. A questo proposito Steno scoprì la legge fondamentale della cristallografia nota come” legge di costanza degli angoli interfacciali”, che afferma che indipendentemente dalle variazioni di forma o dimensione delle facce di un cristallo, gli angoli interfacciali rimangono costanti. Alla fine del Prodromico, Steno in una serie di diagrammi illustra la storia geologica della Toscana. Queste sezioni, le prime del loro tipo mai preparate, confermano pienamente l’affermazione che Steno è uno dei fondatori della stratigrafia e della geologia storica e forse il primo geologo nel senso moderno.

Steno, nel suo concetto generale dell’universo, adottò la dottrina dei quattro elementi aristotelici: fuoco, terra, aria e acqua. Tuttavia, il suo concetto di materia era cartesiano, poiché considerava un corpo naturale come un aggregato di particelle impercettibili soggette all’azione delle forze generate da un magnete, fuoco e talvolta luce.

In paleontologia, Steno comprese chiaramente l’origine organica dei fossili e la loro importanza come indicatori di diversi ambienti di deposizione. Supponendo che gli strati si fossero depositati sotto forma di sedimenti provenienti da acque torbide sotto l’azione della gravità, Steno stabilì alcuni dei principi fondamentali della stratigrafia: deposizione di ogni letto su un substrato solido, sovrapposizione di strati più giovani su quelli più vecchi e presenza di tutti i letti tranne quello basale tra due piani essenzialmente orizzontali. Nella geologia strutturale, Steno ha visualizzato tre tipi di montagne: montagne formate da faglie, montagne dovute agli effetti dell’erosione da parte delle acque correnti e montagne vulcaniche formate da eruzioni di incendi sotterranei.

Nel 1672 Steno divenne professore di anatomia a Copenaghen. Come cattolico, incontrò tanta intolleranza religiosa da parte della comunità protestante che tornò a Firenze, dove fu incaricato dell’educazione di Cosimo III, figlio del Granduca. Nel 1675 Steno prese gli Ordini sacri, e un anno dopo Papa Innocenzo XI lo nominò vescovo di Titopoli e vicario apostolico della Germania settentrionale e della Scandinavia. Morì a Schwerin il nov. 26, 1686.