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Raltegravir: il primo inibitore dell’integrasi dell’HIV

Fondo: La disponibilità di nuove classi di farmaci antiretrovirali ha reso possibile per gli individui HIV-positivi che sono altamente trattamento con esperienza per raggiungere gli obiettivi di recupero immunologico e soppressione virologica. Raltegravir è il primo inibitore dell’integrasi ad essere approvato dalla Food and Drug Administration statunitense per l’uso in pazienti adulti con esperienza di trattamento antiretrovirale con resistenza virale.

Obiettivo: Questo articolo esamina la farmacologia, farmacocinetica, farmacodinamica, efficacia, tollerabilità, profilo di resistenza, interazioni farmacologiche e dosaggio e somministrazione di raltegravir.

Metodi: Ricerche di MEDLINE e Abstract farmaceutici internazionali dal 1964 al luglio 2008 sono state condotte utilizzando i termini integrase, raltegravir e MK-0518. Le informazioni pertinenti sono state estratte dagli studi clinici identificati e dagli articoli di revisione. Abstract della Conferenza sui retrovirus e le infezioni opportunistiche (1998-2008); Sono state anche ricercate la Conferenza Interscience sugli agenti antimicrobici e la chemioterapia (1999-2007); la Conferenza internazionale della Società dell’AIDS sulla patogenesi, il trattamento e la prevenzione dell’HIV (2001-2007); e la Conferenza europea sull’AIDS (2001-2007).

Risultati: Raltegravir blocca la replicazione dell’HIV inibendo le attività essenziali di trasferimento del filamento dell’integrasi. Raltegravir viene assorbito rapidamente, con una T mediana (max) di circa 4 ore a digiuno. Non è raccomandato alcun aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale o epatica moderata e raltegravir può essere assunto indipendentemente dai pasti. Negli studi di fase II in pazienti naive al trattamento, raltegravir ha mostrato un’efficacia simile a quella delle terapie iniziali standard. In 2 studi clinici di fase III correlati in pazienti già trattati con malattia resistente ai farmaci, l’aggiunta di raltegravir a un regime di base ottimizzato ha ridotto significativamente l’HIV RNA rispetto al solo trattamento di base ottimizzato (62,1% vs 32,9%, rispettivamente; P < 0,001). Raltegravir è stato generalmente ben tollerato. Gli effetti avversi più comuni riportati negli studi di fase II / III in pazienti già trattati sono stati diarrea (16,6%), nausea (9,9%) e cefalea (9,7%). Non sono previste interazioni farmacologiche correlate al citocromo P450, poiché raltegravir non è un substrato, un induttore o un inibitore del CYP. Tuttavia, per prevenire il fallimento di raltegravir, il farmaco non deve essere co-somministrato con rifampicina.

Conclusione: Raltegravir è un agente antiretrovirale potente e generalmente ben tollerato che può svolgere un ruolo importante nel trattamento di pazienti che presentano resistenza ad altri antiretrovirali.