Tumbledown
Lo script è un po ‘ prolisso, con alcune delle linee che suonano come parole sulla pagina, ma nel complesso, il dialogo è intelligente e divertente. Ci sono un paio di toni diversi stabiliti, con vari gradi di successo. C’è una narrazione Città-Mouse/Paese-Mouse. Hannah, cresciuta nel Maine, alza gli occhi sull’auto del ragazzo di città Andrew che non può manovrare in una tempesta di neve. Andrew è inconsciamente snob, esprimendo sorpresa quando viene a sapere che la flanella che indossa Hannah ha un dottorato di ricerca. C’è anche il dispositivo Hate at First Sight, la prima conversazione di Andrew e Hannah composta da insulti che si scagliano l’un l’altro attraverso il tavolo. Questi dispositivi formule sono a volte telegrafati troppo chiaramente, rendendo i conflitti obbedienti piuttosto che organici, ma la storia ha forza e sorpresa in esso. I personaggi sono tutti duri, prolissi e autoprotettivi. Ci vuole tempo per chiunque di mostrare le loro carte, per non parlare del loro cuore.
Ci sono altri personaggi che brezza dentro e fuori. La fidanzata dell’industria musicale di Andrew McDonnell (Dianna Agron) ha un interesse acquisito nella ricerca del suo ragazzo. Joe Manganiello interpreta il locale di Hannah “amico con benefici”, che guarda Andrew, il topo intruso della città, con aperto disprezzo. Blythe Danner e Richard Masur interpretano i genitori di Hannah, preoccupati che la loro figlia trascorrerà la sua vita a fare monumenti al marito morto. Griffin Dunne interpreta l’amico di Hannah in città, l’unica persona nel film non intimidita dal suo comportamento spesso feroce.
Il direttore della fotografia Seamus Tierney cattura la grandiosità invernale delle montagne del Maine, dei laghi ghiacciati e dei boschi ghiacciati. Il suo lavoro aiuta a radicare il “Tumbledown” nel suo paesaggio così tanto che quando ci sono scene a Manhattan, la città sembra un incubo futuristico. La fotografia di Tierney fornisce la risposta a una delle domande in corso sulla vita di Hunter Miles: perché si è nascosto nel Maine? Beh, guarda quel paesaggio. Ecco perché.
Rebecca Hall non interpreta Hannah come una martire intrisa di lacrime. Hannah è più simile a un angelo vendicatore, in bilico sulla fragile fiamma della reputazione di suo marito. Hannah di Hall è lentigginosa e atletica, vestita di parka e scarponi da trekking, accarezzando il suo pick-up lungo strade ghiacciate: una ragazza del Maine totalmente credibile. Non puoi immaginare Hannah in una citta’. Possiede forse un paio di tacchi, se questo. E ‘dura, e’ capace. È anche un incubo per chiunque la ami.