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Il sito dell’antico Egitto

La dea Nekhbet era la divinità principale dell’antica Nekheb (Elkab), da cui deriva il suo nome, che si trovava vicino a Nekhen (Hierakonpolis), una delle prime capitali dell’Alto Egitto. Come tale, era considerata la dea protettrice dell’Alto Egitto e la controparte di Ut, la dea protettrice del Basso Egitto.

Nekhbet era solitamente rappresentato come un avvoltoio, o in piedi di profilo, tenendo le ali di fronte a lei in un gesto protettivo; o con le ali completamente distese, con la testa e le gambe di profilo. Come avvoltoio, è molto spesso raffigurata sui soffitti di templi e tombe reali, o in uno degli angoli superiori di una scena rituale su un muro del tempio.
Può anche essere mostrata come una donna con la testa di un avvoltoio, o può assumere piena forma umana. Attraverso la sua stretta associazione con la dea cobra Ut, può anche essere rappresentata come un serpente o come un avvoltoio con la testa di un serpente.
Nekhbet di solito indossa una variante della Corona bianca dell’Alto Egitto, che è decorata con due piume. In forma umana, o almeno con un corpo umano, può tenere un bastone araldico che simboleggia l’Alto Egitto.

Essere la dea protettrice dell’Alto Egitto la collegava molto strettamente alla regalità e spesso può essere vista, insieme a Ut, posizionare la doppia corona dell’Alto e del Basso Egitto sulla testa del re.

Ut a sinistra e Nekhbet a destra, incoronando il re nel tempio di Horus a Edfu.

La prima fonte nota per associare Nekhbet e Ut è l’etichetta Naqada. Datato al regno di Horus Aha della 1 ° dinastia, quest’anno etichetta raffigura il re, simboleggiato dal suo nome Horus, visitare un santuario chiamato ‘Le due signore rimangono’.

Il primo uso delle Due Dame come parte del titolo reale risale a poche generazioni dopo, al regno di Horus Den. Questo titolo, il nome Nebti, avrebbe continuato ad essere utilizzato fino al periodo greco-romano, che ha segnato la fine della civiltà faraonica.
Essendo la dea protettrice dell’Alto Egitto, Nekhbet si riferiva anche alla corona che era associata a quella parte del paese, la cosiddetta Corona bianca. Il suo epiteto principale, il “Bianco di Nekhen”, potrebbe anche suggerire che fosse considerata la personificazione di questa corona.

La maggior parte delle rovine del suo tempio et Elkab, l’antica città di Nekheb, sono datate al periodo greco-romano. Alcune parti di edifici del Nuovo e Medio Regno sono sopravvissuti pure. Ulteriori ricerche archeologiche potrebbero un giorno rivelare tracce di templi ancora più antichi dedicati a questa dea, forse addirittura risalenti al tardo periodo predinastico o ai primi periodi dinastici.